American Hitachi by Grant Wood.
Il gesto
Solitamente quelle labbra arrivavano prima del respiro dopo però qualsiasi pensiero Era lì che aveva luogo l’incontro nell’univoco voler essere presenza sottile macinata presenza.
E della sua saliva, ricordare la via che lasciava, tra le pieghe e i pori, segnare il solco per invitare le dita, scambiarsi promessa del miglior tocco, darsi il cambio, unirsi nei punti.
Stretti passaggi finemente delineati, magia dei contorni che ne risaltano essenze e profumi. Quelli intrisi nella stoffa del piacere.
Sulla pelle liscia i polpastrelli sono aghi e il desiderio è un’impuntura perfetta, cuce tra le scapole e imbastisce i fori, segue gli orli di carne fino alle fessure.
Sott’occhio quel marmo pare caldo, sebbene duro e statico, ma offre, soffre e ricopre sbizzarrendosi in quelle vie d’orgasmo che si celano in sussulti e spasimi. Orsù tieni la piega e volta il desiderio per i giorni meno proficui. Pare esserci carestia di orgasmi.
Eros-e-Thanatos-Conditio-sine-qua-non
Sereno notturno