Lo teneva per lui.
A volte era come essere poco per tanti e troppo per pochi. Come in una tavolozza diluiva i colori e questi perdevano la loro unicità mescolandosi tra tinte forti e colori pastello.
Mente cuore cervello ed essenze venivano messe dentro il frullatore e servite alla mensa senza nemmeno aver invitato alcuno.
Quasi paura a inghiottire il momento che subito veniva assorbito dalle espressioni e gesta di altri capitati in quella stessa scena.
Un romanzo fotocopia di momenti senza gloria, dove sebbene dispendiasse energie queste non venivano colte. Eppure camminava radente verità che solo lui forse era in grado di comprendere.
Carnefice dei sensi, dei desideri inespresse forse per timore o per riverenza verso un prossimo cosparso di vetri sminuzzato. Porre attenzione ai piedi o correre e arrivare a insanguinare la carne.
Crepitio d’essenze cazxo.
Franco
Il colpevole non è sempre il maggiordomo.
Franco