Primo maggio

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Ai nostri governanti
Buon 1° Maggio a chi si alza presto la mattina contento di farlo, consapevole che in molti farebbero la stessa cosa in cambio di un lavoro perlomeno dignitoso. Perché si sa la festa dei lavoratori viene festeggiata da molti anni con profonda amarezza, comprendere che il primo articolo della nostra costituzione recita: « L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. » mette sinceramente tristezza. Cosa dobbiamo insegnare a chi ci governa, forse solo che ci ascolti, che capisca noi siamo l’Italia di quell’articolo della costituzione. Abbiamo persone capaci al lavoro, si sacrificano la notte dando un servizio al cittadino, mi viene da pensare alle forze dell’ordine, ai pompieri, ai dottori, agli infermieri, agli os che fanno del loro lavoro una vera e propria missione. Quando senti un rumore la notte o tardi a rientrare e trovi i camion della nettezza urbana, loro chi sono, lavoratori che fanno della loro professione un esempio. Dimentico tanti, compresi quelli che in questi anni sono saliti alla cronaca per i loro giustissimi scioperi e parlo dei minatori. Ma quanti ce ne sono dei lavori che noi non conosciamo, ma sono svolti con profonda dedizione.
A tutti quei lavoratori onesti del giorno e della notte dico grazie
Allora io dico, leggetevi la costituzione voi che pensate di comandare, perché in fondo chi ha lottato per averla era pur sempre uno di noi o un vostro parente e voi sputtanate il lavoro in nome di un cazzo di diritto: quello di comandare e arricchirvi.
Non funziona così, perché qualcuno prima o poi si alzerà dalla tomba e vi farà rinsavire dalla vostra finta autorità. Il mio ideale di uomo era quel caro presidente della repubblica dal nome di Sandro Pertini, il quale guardava e mestamente diceva: «Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero»
Perché era vero quello che lui asseriva: «I giovani non hanno bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno, da parte degli anziani, di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo»
Sinceramente e con l’amaro in bocca dico a chi ci governa vaffanculo.
Franco Pancaldi

Pubblicato da serenonotturno

Franco Pancaldi nasce e dimora nella provincia modenese dal 1962. Ricca di storia e nota per il saper vivere, ne assorbe i modi e cresce trasmettendo a coloro, che sono a lui vicino, il gusto di cogliere nella semplicità la bellezza insita in essa. Cultore della conoscenza del giusto, riesce attraverso un senso d'innata e spiccata attitudine, a svolgere mansioni manuali con estrema facilità. Lui stesso si definisce “un’anima libera” e continua a esserlo nelle sue diverse espressioni quotidiane di vita, allontanando e fuggendo quell’ombra che solo l’abitudine può dare. Sempre pronto a intraprendere nuove sfide si realizza attraverso un crescente bisogno di crescita personale. Il suo leitmotiv: “Conosco i miei limiti ma non me li pongo”.