Riguardo te

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Riguardo…Te

Quel giorno era costruito sui lividi della notte, piccole situazioni che cambiavano colore tra il grigio e il violaceo, con a sprazzi il colore del mare e del sole, così era il cielo che voleva fuggire al nascosto desiderio di non apparire.
Segreti indelebili, pensieri più o meno contorti che sfioravano l’apertura delle palpebre, mentre allungando una mano non ne trovava il possesso, se non il disteso lenzuolo come unica piega di qualcosa di lontano.
Eppure sapeva che da li qualcuno era passato, si ricordava chiaramente dei profumi dei gesti e dei discorsi, tra una risata lunga e un rapido scambio di sguardi, ne sentiva ancora la consistenza di quei seni tenuti a riserva per il suo orgasmo, mentre spariva e ricompariva il chiaro simbolo di un piacere.
Lui era a conoscenza di ogni minimo gesto o pensiero fosse passato in quella testa, ogni lento sfiorare, anche il semplice stuzzicarla intenta nella cena, gli piaceva prendere alla sprovvista un corpo e possederlo nei ritmi di ogni giorno, mentre sfilava di lei gli unici indumenti indossati che scivolavano via come olio nella teglia, cercava invano di continuare i movimenti al tavolo, ma veniva sorpresa dalla consistenza di quello che in quel momento era la sua maggior fonte di respiro, splendidamente eretto a consistenza,
Sobbalzando, ormai ogni centimetro di pelle era avvolto nella farina e ne sentiva l’odore nelle mani mescolato all’impasto del piacere, si quello stesso che l’avrebbe portata a divaricare i glutei per agevolare il pertugio, reclinando il capo in avanti in segno di resa.
Non so cosa portasse a tanto e dove si traesse spunto per un amplesso mai visto, quale celebre follia si districava tra un colpo di reni e un lento tirar di pasta, accarezzando in gesti chiari quel simbolo fallico che aveva tra le mani, pensando a ciò che si muoveva nel suo corpo.
Sicuramente la sorpresa era ben voluta, lo dimostrava ampiamente l’umido sfiorar di cosce, mentre ritraendo l’arma della lotta ne seguiva la lenta scia, con le uniche forze che rimanevano volse lo sguardo alla ricerca di quella bocca dalla svelta lingua che tanto aveva bramato al suo cospetto.

Sereno Notturno15,00 – 16/03/2014

Pubblicato da serenonotturno

Franco Pancaldi nasce e dimora nella provincia modenese dal 1962. Ricca di storia e nota per il saper vivere, ne assorbe i modi e cresce trasmettendo a coloro, che sono a lui vicino, il gusto di cogliere nella semplicità la bellezza insita in essa. Cultore della conoscenza del giusto, riesce attraverso un senso d'innata e spiccata attitudine, a svolgere mansioni manuali con estrema facilità. Lui stesso si definisce “un’anima libera” e continua a esserlo nelle sue diverse espressioni quotidiane di vita, allontanando e fuggendo quell’ombra che solo l’abitudine può dare. Sempre pronto a intraprendere nuove sfide si realizza attraverso un crescente bisogno di crescita personale. Il suo leitmotiv: “Conosco i miei limiti ma non me li pongo”.