Il biglietto

Il biglietto
Perché la vita è strana ma i sogni ancor di più, se ti vengono raccontati sorridi ma danno lo spunto per trame impossibili.
Ecco…
C’era una volta una stazione del treno con tanti binari, una persona dall’altra parte era ben visibile, nonostante ci fosse foschia, però era totalmente irraggiungibile, si allontanava sempre più quasi a sparire tra un fischio del treno e quello del capostazione. La persona del sogno si sbracciava ma come nel racconto di Harry Potter l’uomo spariva nel nulla tra il binario tre e quattro. La donna rimase a guardare per trenta secondi ma nulla… inghiottito dalla stazione stessa.
La settimana seguente si ripropose la stessa scena ma a binari invertiti, in una giornata di splendido sole stavolta, la donna guardava e l’uomo spariva, invitata dai tanti passeggeri a seguirlo lei non se la sentì, quasi un presagio che la voleva vittima di qualcosa. Nel sogno esisteva una terza scena dove c’era un solo biglietto scritto a mano: “Ricorda non ci sarà una terza volta”
Ora la soluzione metteva ansia, perché nella mente del donna c’erano due soluzioni. La prima era quella che lei sarebbe caduta tra le sue braccia e il racconto poteva proseguire, la seconda che lei sarebbe caduta e il racconto finisse amaramente così.
Sereno Notturno

Pubblicato da serenonotturno

Franco Pancaldi nasce e dimora nella provincia modenese dal 1962. Ricca di storia e nota per il saper vivere, ne assorbe i modi e cresce trasmettendo a coloro, che sono a lui vicino, il gusto di cogliere nella semplicità la bellezza insita in essa. Cultore della conoscenza del giusto, riesce attraverso un senso d'innata e spiccata attitudine, a svolgere mansioni manuali con estrema facilità. Lui stesso si definisce “un’anima libera” e continua a esserlo nelle sue diverse espressioni quotidiane di vita, allontanando e fuggendo quell’ombra che solo l’abitudine può dare. Sempre pronto a intraprendere nuove sfide si realizza attraverso un crescente bisogno di crescita personale. Il suo leitmotiv: “Conosco i miei limiti ma non me li pongo”.