Percezione e ricordi
Capitava sempre per caso, non doveva esserci la richiesta di un perché improvviso, bastava un cenno d’intesa e tutto scorreva.
Allora era questo che ci univa, trovandoci di fronte al bar frequentato da chi sapeva vivere quella vita, la sola che conoscevamo. Le nostre non erano auto ma salotti e non stavamo semplicemente in auto, ma nella hall di un albergo, quella pareva. Le ragazze erano complici nostre, loro sapevano che alla fine i nostri discorsi sarebbero stati offuscati dalla birra o da uno spinello, loro quello desideravano. Il discorso doveva diventare piccante per rendere la serata vissuta. Certo, magari ci si addormentava in auto con la scusa di smaltire, poi c’era sempre qualcuno che si svegliava e urlava: “che si fa?” Si prendeva e si andava al mare alle tre di notte, si riposava ancora in macchina o in spiaggia, dopo, il bagno completamente nudi e si aspettava l’alba. Sembrano poche cose ora, allora erano la vita nostra, la stessa che vivono i ragazzi d’oggi… quell’età, ora loro la buttano via annoiandosi e facendo danni. Ognuno ha il suo periodo, io non cambierei una virgola dei miei eccessi, mi hanno reso quello di oggi, quello che cerca di essere un padre che sa prendersi in giro, ma non disdegna i confronti.
Sereno Notturno