Cima del sogno
Sciogli perversamente la cima di quell’orizzonte, che fiacca e placa l’istinto. Lo fai per paura di affrontare troppe emozioni sapendo esserne piena talmente tanto, che imbratti la tua anima d’inchiostro di lacrime trasparenti e poi le lasci cadere una a una, nella valle delle sensazioni.
Vive in me un deserto sospeso tra l’alba d’un solo colore e il tramonto rosso esplosivo, entrambi discordano e questa discrepanza è data dal pensiero di non riuscire a viverla com’era. Troppa forza indurisce i sentimenti e se anche forgiati poi si raffreddano sull’incudine del resoconto. Non sono forse per nessuna stagione o per alcun giorno, probabilmente per alcune ore, quelle trasparenti ore che si rifugiano sul pensiero, come una farfalla sapendo d’avere vita breve. Non deve essere, si deve sorridere, perché con carenza di sorrisi mancano le volontà. Vorrei essere una delicata sensibilità che si appropria di un gesto, un sorriso, una lucida pelle e mani piccole, che si rifletta con quello che sono, reso duro e segnato dal passato che pareva liscio, talmente liscio che poi alla prima corsa si rischia uno scivolone. Alzarsi ancora prima di cadere, questo è il segreto. Franco