Maggio

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“Scusa ma il tuo ex mi ha chiesto se gli puoi dare il divorzio breve.”
“Assolutamente nessun problema però questo è un momento non propizio per il denaro. Puoi mandargli a dire che se lo desidera subito si accolli interamente le spese e poi in più chiederei diecimila euro di risarcimento per la contentezza di averlo saputo.”” Franco

Sereno notturno

Alla corte del re Ano

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Alla corte del re Ano
L’uomo del destino doveva correre, e non fermarsi, perché quello era il suo cammino. Tra le siepi nude di quell’interminabile inverno gelato. Attingeva deboli sorrisi e tremanti inquietudini.
Si guardava in giro spaurito come se quel tempo buio non finisse mai, poi giù di nuovo a correre contromano come suo pretesto di una vita Quel giorno sapeva terminava l’inverno e sulle minute valli spuntavano i sorrisi di chi nudo aspettava il tempo clemente per uscire allo scoperto. Nudo nell’anima, soprattutto nel corpo. Intirizzito dal freddo e con la pelle grinza, scorse una donna nel suo adamitico costume, li tremante davanti ai suoi occhi, con le mani a coprirsi il corvino pube spessorato da labbra avide di lussuria. Quelle si aprivano allo sfiorare del corpo, quelle vivevano di ogni ruvido sfregamento e venivano copiose di liquido profumo. Con in cima quell’organo erettile femminile che svettava con la bandiera del piacere sempre pronto, a far da spartiacque a quelle fosse orgasmiche. Sapendo o intuendo quel che da li a poco avrebbe fatto breccia tra le pieghe.
Eppure si sbagliò…
Certo l’entrata trionfale in tutto il suo turgore di lui, sesso prominente e sicuro conoscitore di cotanta bramosia, aveva reso semplice il veloce divaricare di quel culo tondo e sodo, al punto che dal forte piacere veniva a essere confuso con il primo pertugio. In quel momento lieve il sussulto, ma a testa bassa e prendendo una piccola rincorsa svirgolò come un porco alla monta, e in un batter di ciglio eccolo alla corte del re Ano. Quasi non si rendeva conto di essere in quella stretta via, ma col passare dei minuti la sentiva allargare e con enfasi sprofondava ancor di più, per poi uscire a prendere una boccata d’ossigeno invernale. Le pieghe ancora aperte, quasi incredule osannavano ancora il suo trionfale ingresso e non se lo fece ripetere un’altra volta. Un attore di teatro acclamato dal suo pubblico lo incitava a tirar s il sipario e rientrare nel pertugio, una, due, tre. infinite volte, e quel canale sembrava un lago, dove sempre più veloce ne percorreva le onde del piacere. Preso in contromano stava per essere risucchiato, ma abile com’era invertì la rotta per esplodere in quel lento e inesorabile naufragio. Nessuna scialuppa, corda o arpione, di un remo manco l’ombra. Si accovacciò e aspetto di uscire. In quell’istante poco distante da quell’anfratto una voce calda proveniva da quel paio di labbra destanti desiderio e lui non pago, ne assaggiò ogni essenza, rischiando d’annegare. L’inverno stava finendo alla corte del re Ano.

Arrivare a sera e togliersi i boxer per rimanere con i panaloni del pigiama di cotone a quadretti non ha prezzo

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Credi a me e comincia a fartene una ragione

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Credi a me e comincia a fartene una ragione.

Credi pure ai bambini perché sorridono sempre

loro hanno il desiderio di crescere felici e con una bella avventura dentro: ” la vita”.

Credi sempre a ciò che ti fa ridere, perché non c’è nulla di falso in una risata.

Sappi distinguere chi ti usa, abusa o semplicemente ti annusa per capire di che pasta sei fatto.

Ogni mondo ha i suoi personaggi e interpreti, ma non sempre ti appariranno come sono.

L’uomo aveva conosciuto un personaggio dello spettacolo non troppo conosciuto per la verità e gli raccontava dell’impatto magnetico e positivo che creava in questa persona lo squillo del telefono per una proposta di lavoro. Un lavoro fatto di tanti silenzi.

Poi finalmente una parte seppur minore e l’incontro con persone pseudo-false. A lui piaceva l’idea di essere un attore, ma a malavoglia voleva a vere contatti con tutte quelle persone profittatrici; era però l’unico modo per conoscere e farsi strada. Rideva nelle pause perché sapeva stare in compagnia, ragazzo da baracca si diceva. Poi al rientro nella sua vera baracca pensava a cosa gli aveva portato tutto questo. Semplicemente malinconia nel momento in cui lo pensava. Lui era fatto così… soffriva dei silenzi.

Forse siamo un po’ tutti attori e ognuno di noi soffre di quei silenzi. Franco

Sereno Notturno

Gradisci… ti offro il fiore della fantasia

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Gradisci… ti offro il fiore della fantasia

Quello che sbuca dalla terra arida o dal ciglio della strada
Che si agita al passare delle auto
Non muore ma si adegua alle asperità del mondo
Assorbendone i pianti di passanti consapevoli
I quali calpestandolo pensano di liberarsi per sempre del suo colore.
Gradisci ti offro un pensiero che sta al margine di quel fiore
Sarà per sempre un ricordo di ciò che penso, che vivo, che mi fa vivere.
Certo solo se lo vorrai potrò regalartelo
Non tutti gradiscono qualcosa che non fa rumore
Che si nutre d’aria
Pieno di colore e di vita da insegnare.
Non posso condividerlo se non con chi mi ha insegnato a alzarmi la mattina
Andare a letto la sera
Ora questo fiore se proprio lo desideri
Devi ricordarti di passare a fargli visita
Ogni giorno in quella strada.
Io non lo sradico
Lui è li per essere vita e non per essere calpestato da nessuno.

Franco

Come dare torto a chi afferma che le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano.

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Come dare torto a chi afferma che le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano.

L’uomo sapeva benissimo di quello che si parlava, aveva cercato di capirlo nei minimi dettagli, si citava sempre il solito e scadente uomo, quello per inciso che se malauguratamente ha una linea di febbre vorrebbe farsi ricoverare urgentemente con codice rosso e elisoccorso al più vicino ospedale.

Uomo lagna e privo di contenuti, forte a dir suo solo perché sa a menadito qualsiasi formazione di calcio, europei e mondiali inclusi. Banali discorsi e altrettanto banali commenti. Ma cazzo vigliacco vogliamo far capire alle donne che non si hanno le palle solo perché appese a quel delicato bene di lusso che si chiama cazzo. Non le teniamo li solo per essere massaggiate, leccate morsicate o prese tra le mani. Nella realtà abbiamo contenuti invidiabili anche se non stiamo seduti sul divano col telecomando in mano, (ma nemmeno altro…).

L’immagine dell’uomo col cellulare intento a telefonare a casa dal centro commerciale è a dir poco ridicola. Così intento ad avere una rassicurazione sul da farsi: comprare la coppa d’estate o quella di testa. Cazzo mangi durante il giorno… lo saprai o no?

Ridicolo a dir poco, svegliati e cerca di farti valere, non puoi essere fatto di sola poltrona o politica che frantuma il pensiero.

Poi t’innalzi a “Scopatore della mente” e manco sai dove hai la paletta in casa, pretendi di scopare ogni donna con i tuoi discorsi. Ovvio che poi le donne non credono in te. Non puoi urtare la loro suscettibilità specie se lo fai nei giorni della merla o quelli del ciclo, che poi parliamoci chiaro, un giorno prima, uno dopo e il full optional di tre giorni sta nel mezzo. Cari uomini, noi ce le cerchiamo certe cose, certi insulti e leggende metropolitane.

Non intendersi troppo di calcio non farà un uomo vero, certo può essere, ma scopare una donna col cervello implica conoscenze tali, che pochi ne conoscono le essenze.

Per inciso questo era per tutti quegli uomini altezzosi, che vengono presi a pesci in faccia dalle donne e per l’amore di Dio non generalizziamo mai, questo non piace a nessuno. Franco

Sereno Notturno​

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Forse non è nulla, probabilmente solo frutto di un delirio nascente, ma rimangono consistenze che celano bisogni.
Gli stessi che bisbigliano negli angoli nascosti di un piacere.

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Ci sono attimi così intensi, che rischi di confondere, ciò che è nella realtà e quello che vive nella mente.
Avendo come punto fermo però, sempre la conoscenza di quel momento. Franco

Sereno notturno

Verità apparente

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Dove inizia la verità e dove finisce l’apparenza?

Probabilmente esistono molte apparenze
che noi vorremmo vederle come fossero verità.
Franco

Sereno Notturno​

Dentro la carne

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Dentro la carne
Partiva sempre con quel codice istintivo, quel piccolo chiaro segno evidente e riflesso che faceva da ponte tra il volto sorridente e l’espressione del desiderio.
Cosa si mette in mezzo… l’essenza di cui non poteva fare senza. Vivi vivi ripeteva e non curarti di chi banalmente scambia tutto questo per perversione. Ben venga quella dell’istinto che scompone la carne e muove il desiderio. Franco

Sereno notturno

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Si eccede per voglia e per diletto

Si perde quasi sempre per difetto.

Sereno Notturno​

gentile concessione

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Cosa vorresti scrivere.
Non sapeva la risposta, tutto quello che gli rimaneva era un sano desiderio di extra vita, quella che si consuma tra una birra e uno sguardo, quella senza un cazzo di perché, tra un non me ne frega un cazzo di quello che pensano e un ma vaffanculo. Franco

Sereno Notturno

Ricetta

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Ricetta
Dosi: Sei persone
Esecuzione: Facile
Tempi di cottura: esagerati
Resa: magistrale
Ingredienti: Semplicità

La cosa era nata semplicemente come una sorpresa, dall’idea di una persona e poi con l’andar del tempo, (pochissimo) si è evoluta, tanto da avere l’appellativo di “festa a sorpresa”.
Si trattava di riunire nel più assoluto silenzio alcune persone e nella stessa assenza di rumore organizzare l’evento. Nulla doveva essere lasciato al caso, minuziose perizie, possibilità di partecipazione per un determinato giorno. Appurato tutto questo si doveva far cadere nella piacevole trappola il Capitano. Ovviamente con la faccia da tolla che ci si ritrova non è stato difficile. Le distanze tra i partecipanti non erano poi così impegnative, Da qui bene o male gli scambi originali, tutto era partito da questo:

Organizzatrice
“Come ho accennato ad alcuni di voi. .io e la (…) stiamo organizzando una festa a sorpresa x il nostro Capitano. . Milano.. e un modo anche per ritrovarci e stare insieme..per chi non ha problemi e senza crearsi casini ovvio.. avendo rispettivi mariti moglie.. etc..”

Domanda
“dove, come quando, perché?”

Organizzatrice
“Compleanno Milano
Festa a sorpresa
Lui non deve saper nulla
Perché lo faccio venir a Milano”
Dopo pasqua. Venerdì o sabato
Comunque il tempo c’é… per pensare e così prenoto qualche localino.

Narratore
Ricordatevi queste parole prenoto qualche localino.

Amica dell’organizzatrice
Giorno a tutti… concretizzando la cosa: il we di 10/04 – 11/04…Venerdi o Sabato da decidere e in quanti siamo per prenotare..nulla di eccessivo ..una pizza magari. Altre idee? Il festeggiato c’è con una scusa per una birra in compagnia e mia ha confermato…basta che gli facciamo sapere il giorno. Ecco ignora la presenza dei altri …infatti sarebbe quella la sorpresa in teoria.

Narratore
Dopo alcuni gorni di silenzio le prime voci

Domanda
Sorelle mie care, devote fedeli, anime candide e pure, sapete dirmi se, fra una genuflessione e l’altra, un oremus e l’altro, ci sono sviluppi circa il complotto del Capitano?

Narratore
Veniamo ai giorni antecedenti l’evento, per capire un secondo la dinamica della cosa.

Organizzatrice
Allora… domani 20:30 tutti a san donato.. alla stazione ..che ci raggiunge il capitano. .
Così Franco scende a Rogoreto
Lo acciuffiamo e poi si va
X il resto.. domani.. non dico altro..

Narratore
Ricordatevi questa frase, perché è il sunto della bellezza della serata, l’unico nome tenuto è il mio perché mi sono dato autonomamente l’autorizzazione.

Franco
Allora circa alle 19,30 arrivo a Rogoredo ok donne e uomini?

Organizzatrice
Ok.. aspetta . Li non ti muovere..

Narratore
Per capire bene la cosa, il tutto si svolge attraverso un gruppo di facebook, poi per le cose imminenti come i numeri di telefono per i contatti a fatica lo abbiamo svolto al momento.

Domanda
all’organizzatrice
Il tuo numero please. Sto arrivando

Organizzatrice
Ok.. noi dieci minuti e partiamo
Ti lascio qui il mio dopo, finisco due cosette

Narratore
Ecco ti lascio dopo qui il mio numero, significa non subito e quando mai allora… il punto in cui dice partiamo fra dieci minuti, significa un’eternità di tempo e io ero già li da un’ora.
Mi stavo pisciando sotto ahahah

Domanda
Frank, ma tu sei a Rogoredo?
Franco
Si

Domanda
OK, io sono appena arrivato a san donato
Prendi la metro e vieni qui a san donato. Cazzo! il Capitano arriva alle 19,30
Lascia stare le ragazze, che non hanno capito una mazza. Ho appena sentito l’organizzatrice al telefono, credeva che tu fossi qui a san donato

Franco
Chi?
Lei mi ha detto aspetta a Rogoredo.

Narratore
Lei mi ha dato appuntamento a Rogoredo, salvo poi essere in ritardo, su una strada che non conosce a un orario indecente per arrivare in tempo.
Quindi mi prega di raggiungere San Donato, dopo due ore che ero li a aspettare. Metto in spalla la mia tracolla e prendo la metro in direzione san donato. Arrivato, chiamo chi era li, ovviamente non poteva essere nello stesso posto di dove ero io, quindi attraverso il navigatore gli lascio le coordinate, salvo poi capire che la piazzetta era divisa in due. Da una parte la fermata dei bus fuori dalla metro e dall’altra tramite un sottopassaggio, chiuso a quell’ora c’era il mio grande amico a aspettare. Faccio un chilometro a piedi raggirando l’ostacolo e arrivato sul posto, finalmente lo saluto e salgo in macchina.
Si parla del più e del meno scherzando sull’organizzatrice di questo evento… (azzo) ahahahah.
Da li segue una telefonata fiume per spiegarci in realtà dove fosse il locale, attraverso una strada che arrivati a un certo punto se avessimo svoltato a sinistra saremmo arrivati subito, ma lei no, dice che li è meglio non entrare. Lei è una perfetta guida non aggiornata, con le pile scariche in una lingua approssimata all’afgano…
Finalmente dopo esserci fatti un tour arriviamo sulla strada giusta e scorgiamo in lontananza una persona che ci aspetta in una rotonda camminando avanti indietro. Beh a quell’ora si poteva pensare a qualsiasi cosa. In realtà era lei, tranquilla ridendo dice: “Ci avete impiegato un po’ di tempo:” Tacciamo e scendiamo.
Siamo arrivati finalmente e ci si ritrova tutti quanti. Guardo il volto del Capitano incredulo della sorpresa. Nonostante questo scherziamo come se da tempo ci conoscessimo e non solo attraverso un social. Questo è splendido. Ora possiamo andare a mangiare…fantastico finalmente ci si siede…
Dove?
Era un orario un attimo strano, ci avvicina il proprietario del locale chiedendoci cosa volevamo.
In un secondo scende il gelo e le ingiurie a lei, l’organizzatrice.
“Vi posso portare di la nella pizzeria, guardiamo se riusciamo a rimediare qualcosa per voi, ma direi ci riusciamo Poi se ne va via. Noi tra l’incredulo e lo scettico ci avviciniamo al posto, mentre a gran voce quasi urlando sentiamo il proprietario che chiama una persona. Sapremo dopo che in realtà cercava il pizzaiolo a fine turno.
Da li ragazzi vi assicuro è stata una favola.
Entriamo nel locale dove un centinaio di persone dai sessant’anni in su ballando il liscio, ci guardano come a chiedersi il motivo della nostra presenza.
Ci si siede in questi tavoli da arci, come in una polisportiva affollata di atleti. Da quel momento in poi vedo solo birre medie passarmi davanti, la pizza è solo una scusa per stare insieme. Un locale con i divanetti solo per i fumatori e tanta allegria intorno. Incuranti del fatto che ci vedavamo per la prima volta, sembrava uscissimo insieme tutte le sere. Chi ballava con gli anziani in una sorte di “cocoon della polisportiva” e chi molto semplicemente tra una pacca sulla spalla e un complimento faceva conoscenza.
Ecco la ricetta è questa, semplicità.
Loro mi hanno lasciato tanto, al di la di ogni previsione e vorrei ringraziare chi ha organizzato questo temerario incontro, perché con il suo modo di fare ci ha unito ancor di più. Ringraziare tutti gli altri perché si sono palesati in quello che traspariva attraverso un social, belle persone degne della miglior amicizia. Una grazie anche a chi non poteva esserci quella sera. Ci siamo riproposti un evento simile a breve e loro ci saranno. Questa ricetta include una considerazione di fondo. Voler fare a tutti i costi una grande cosa, si finisce per essere banali. Chi lo fa col cuore lascia un bellissimo ricordo, lasciatevelo dire dal più anziano. Grazie di esserci Franco

Sereno Notturno

Indecente e sofisticata analisi

 

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Indecente e sofisticata analisi
Non è il clima che rende pensieri vaneggianti. Nemmeno un ricordo triste che aleggia di tanto in tanto. Tanto meno rimanere soli, a quello si rimedia con la musica per mettere armonia. Già e poi il clima cambia i pensieri pure e la musica diventa rumore. Tu invece sei sempre tu, con quel fottuto tarlo dell’esistenza e qualcuno che ti dice: “cazzo lui si è uno di compagnia”. In fondo forse siamo tutti così, bisognosi di trasgressione da quella vita che tutti ti vogliono appropriare e da cui io voglio fuggire a occhi chiusi, dentro quel pensiero che molti anno e pochi applicano: Essere se stessi.
Franco

Notte brava-brava

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Notte brava-brava
Prima nota
Diciamo che dopo un po’ li ho fatti andare a casa. Non mi sembrava giusto aspettassero un cazzo di treno. Una stazione tranquilla con un malese che mi ha fermato dopo dieci minuti per chiedermi dove partiva il primo treno. Forse voleva saperlo per prendere la rincorsa e buttarsi. Oppure un trio due uomini e una donna che sorreggevano il loro compagno fatto. Il treno per Nizza in ritardo di 45 minutiI e fuori in pensilina alcuni parenti alto locati spazientiiti. Un attimo di problema l’ho avuto quando facendo effetto le mie 4 birre medie ho scoperto che il bagno per motivi di sicurezza era chiuso. Ho trovato un angolo degno per pisciare e sul più bello mentre spruzzavo gioia e non solo dallo sguardo, ma dalla consistenza della mia carne, con la coda dell’occhio distante cento metri scorgo i lineamenti dell’unica donna e Persona normale che aspettava un treno. Il desiderio di pisciare a mo di Benigni è stato impagabile anche se controllato a distanza e forse diventava eccitante. Si è messa la mano su un lato della faccia e non saprò mai se per non essere indotta in tentazione o perché lesbica. Intanto così poi continuo… Franco

Sereno notturno

Corri con la volontà

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Corri con la volontà

Oramai non puoi più fermarti, non puoi permettertelo proprio ora di scivolare contro le volontà del tempo. Perché quello è il tempo e ciò che lui desidera.

Un desiderio però non è detto debba essere esaudito, a volte va solo capito, compreso nella sua interezza. Poi sta in te saper scegliere cosa farne.

Alla fine però si torna sempre li e solo questione di tempo. Franco

Trovo quieta l’irruenza ora

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Trovo quieta l’irruenza ora

Ascoltami perché non rimanga
tutto in mano al fruscio del vento
che sibilando si nutre delle menti di ignoti.

Punto fermo che inizia con un gran frastuono
raccogliendo a se ogni cosa
per poi farla ricader senza forma.

Arriva il tempo che un’anima si incontra col vento
cercando di mitigare e portarlo alla ragione
rimanendo però confuso e inerme.

Continuare la corsa o fermarsi
in quel tratto di strada nascosto
pensando al perché di una folle irruenza.

Lo rincorre quell’anima notando i suoi movimenti
lo spia mentre lui intento a non darsi pace
riprende e si alza senza capire quale sia veramente la sua meta.

La similitudine del vento è rappresentata dalla vita che scorre
senza in questo tempo, aver capito cosa fare
il vento calerà e arriverà a divenire brezza per le stagioni future.

Occhi attenti e anima leggera
solo allora seminerai conoscenza
quella stessa ce ti aveva reso vulnerabile

Fragile forse solo a chi
aveva letto in te persona debole
non è così se sei riuscito a sfidare il vento

Quante volte ancora dovrai pararti
di fronte a quella folle irruenza
probabilmente solo il tempo di capirla e viverla.

Franco Pancaldi

 

Particolari

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(Franco Pancaldi)
I piaceri della vista.
Disseminate sembianze di qualcosa che esiste.
Non tralasciarli mai quei particolari così degni della più nitida perversione.
Che forza vederli muovere in scie di puro piacere e imperlare cosce pregne d’orgasmo.

Sereno notturno

Carne

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Mostrava quasi oscenamente le sue umide labbra. Sapeva questo fosse un piacere per l’uomo che la sfiorava.
Poi il silenzio, mentre lei bendata con un foulard di seta rosso sentiva riempirsi la sua carne.

Franco Pancaldi

Nessuna colpa per questo

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Nessuna colpa per questo
Semplice da spiegare: “Non so se hai presente quando ti succede qualcosa che ti fa essere felice, ma tu sei restio al sorriso per paura di vivere l’attimo!”. Quella si chiama paura della felicità. Forse per timore che svanisca o semplicemente per autodifesa. Franco

Sereno Notturno

Opinione di pensiero

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Ci sono pensieri opinabili sullo stare bene nella vita, probabilmente lasciare tutto scorrere senza un dubbio. come un bambino guarda il mondo con i suoi occhi.
Imparo tante cose anche guardare con gli occhi di un bambino, riuscendo a ragionare poi con le emozioni di un adulto
Franco

Sereno Notturno

Sereno notturno

Ci sono uomini che vivono nella consapevolezza di tenere le donne ostaggio dei loro propri desideri.
Altri che condividono i desideri e ne raccolgono passione. Franco

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Appartenenza

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Semplici gesti che all’apparenza sembrano nulla, fino al momento che comprendi la difficoltà di una possibilità appartenenza.

Franco Pancaldi