La venditrice di tessuti

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La venditrice di tessuti

Ognuno può vivere questa breve storia nella sua semplicità, qualcuno rimarrà colpito altri non lo leggeranno neppure. Patrick sicuramente vivrà col ricordo di questa esperienza, e ne trarrà forza per la vita.

Lei era appena uscita dalla doccia, a tentoni cercava l’accappatoio all’angolo del muro, i piedi in terra e a gran voce chiamò il compagno: “Patrick che ne pensi se domani chiamiamo anche una coppia di miei amici alla cena, sai non passano un bel momento.”
Lei non vide ma all’uomo gli si illuminarono gli occhi, perché gli piaceva saper d’essere di conforto, Già… lui sapeva.
Patrick era un uomo belloccio sulla quarantina, uno studio passato di economia e un master MBA in business and amministration conseguito.
Praticamente un broker finanziario ossia un professionista che media tra le varie compagnie assicurative per far guadagnare il più possibile al proprio cliente.
Era la vigilia dell’ultimo dell’anno e lui aveva lavorato fino al mezzogiorno poi era andato a pranzo con un amico, che subito intuì in lui una marcata malinconia, ma Patrick alle continue domande di Pier aveva risposto vagamente. Finito il pranzo si salutarono con la promessa dei saluti per gli auguri.
Patrick era molto appariscente anche nel modo di vestire, sempre impettito, ordinato e in tinta, lui non faceva caso se vestito così si mescolava in un mercato rionale o a una riunione di lavoro, per lui era normale essere così.
Nervoso, teso sino all’inverosimile, confuso e in preda a uno stato d’ansia pesante, tanto che prese il primo treno in una qualsiasi direzione, così senza meta alcuna e con fare quasi da uomo di strada, salì e si mise a sedere per terra proprio di fronte al gabinetto chiuso, un cattivissimo odore usciva da sotto la porta, ma lui non se ne fotteva proprio.
Passavano le stazioni, quando finalmente decise di scendere, la sua intenzione era chiara: voleva porre fine alla sua vita, ma al contrario del suo lavoro dove era abituato a rischiare, lì proprio non sapeva come affrontare quel momento, girò per le strade di Saint Louis e guardò più volte il Missouri per prendere il coraggio e buttarsi da un ponte, niente proprio non riusciva. Tanto che al pomeriggio tardi prese il treno di ritorno. Stavolta nello scompartimento si mise a sedere tanta era la stanchezza, nonostante gli abiti eleganti si intravedeva che era stato in ogni dove, macchie di unto e un leggero puzzo di olio, si era macchiato nella panchina sporca di quel vagabondo.
Si era messo in quello scompartimento poco affollato, di fronte due persone con un bambino e di fianco dall’altra parte una donna sola, che continuamente lo fissava, mentre lui alzava ogni tanto gli occhi verso di lei. Come poteva esistere un uomo vestito a quel modo e nello stesso tempo così sporco. Durante il viaggio a mano mano scendevano i passeggeri, rimasero i sedili liberi e la donna gli si avvicinò chiedendo se avesse bisogno di qualcosa, vedendo che lui si muoveva visibilmente nervoso.
“Buonasera a lei, può sembrare un approccio strano, mi incuriosisce questo suo atteggiamento, quasi a chiedere aiuto a qualcuno, posso essere di conforto?”
L’uomo a quel punto scoppiò in lacrime e stranamente si aprì a quella donna di nome Virginia, dall’apparente età di trentacinque anni, viso spigoloso, mora e occhi scuri. Mani lunghe e curate.
“Sono un broker finanziario bravo nel mio lavoro a quanto dicono, preciso e scrupoloso, fino a quando sulla mia strada non ho incontrato uno speculatore che diceva di stare dalla mia parte e mi ha convinto a vendere a un mio cliente un’assicurazione che poi ho capito essere troppo rischiosa, non riesco a vivere con l’idea che qualcuno sia sul lastrico per colpa mia, ho deciso di non voler più fare quel lavoro e vorrei ridare indietro almeno una parte di quei soldi, ma debbo trovare qualcosa nel frattempo che mi permetta di poter far fronte ai bisogni miei.
Così l’uomo passò una buona ora a raccontare tutto a Virginia, la quale era presa in modo viscerale a quel racconto, lui si faceva tenere la mano e si sentiva incoraggiato da lei.
Fino a quando lei lo interruppe e gli disse:
“Ho una proposta da farti, io commercio in tessuti, ho qualche dipendente, ma ti assicuro che non riesco a tener dietro a loro e ai conti, mi fido di te, si capiscono le anime buone, sono quelle che si aprono e ti aprono il cuore”
A quel punto l’uomo alzò il capo, ma non riuscì a rispondere.
“Certo non sarà mai nemmeno avvicinabile a quanto potevi guadagnare prima, ma è pur sempre un aiuto”
Patrick aveva gli occhi lucidi e le lacrime gli rigavano il volto, era timoroso, ma guardando Virginia ritrovò un briciolo di sorriso.
Ora la storia sarebbe lunga da raccontare ma col passare dei mesi, Patrick riusci a rendere ogni centesimo dei risparmi che aveva e darli a quell’uomo, bonariamente truffato, Virginia si risollevò dagli impegni amministrativi e burocratici, trovando tempo anche per una qualche vacanza assieme.

Una piccola chicca, quando lei uscì dalla doccia quella sera chiedendo di uscire con una coppia in difficoltà, in realtà altri non erano che la moglie e il marito a cui lui aveva reso i soldi. Volevano in qualche modo far capire che gli sarebbero stati grati per tutta la vita.

Ora perché cazzo ho scritto questo breve racconto, non lo so, forse per far ritornare in tanti la speranza in qualcosa. Sia un lavoro perso, una storia mancata o un problema che pare invalicabile, ecco proprio voltando l’angolo può esserci il sereno.
Questo mi sembrava il modo migliore per darvi gli auguri di buon anno e l’esortazione a credere che qualcosa di bello esisterà sempre.
Franco

Mani ponderate

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Mani ponderate
Cosa si è in realtà, forse nebbia sulla cui strada si deve camminare con cura, un buon vino d’annata che stordisce i sensi col suo aroma, un semplice battito d’ali di un uccello migratore o presumibilmente e volutamente uno scopritore delle chiavi delle emozioni…
Si è prima di tutto anime che desiderose di leggere dentro le menti cercano di trarre essenza per far scoprire il piacere della carne e tradurre tutto in gusto da scoprire in una realtà.
Franco

Respiri

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Respiri
Resterà il tempo oltre gli scogli, si affaccerà l’eclissi sui petali della conoscenza e nessuno coglierà i singoli momenti che fioriranno nel giardino delle anime silenti.
Franco

Presa

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Presa
Lui la guardava nella sua stessa pelle, quella dell’emozione e della lussuria. Perché sapeva e sentiva nell’accarezzarla e percepiva lo scivolare dei suoi stessi umori. Lei nulla… rimaneva affogata nel suo stesso orgasmo, goccia dopo goccia.
Franco

Ricordatevi di quelli senza voce


DSC05174Ricordatevi di quelli senza voce
Fate ciò che volete del Natale, ma fatene buon uso.
Non credete a tutti, ma solo a chi vi crede tutto l’anno e non rispondete ai saluti di cortesia di chi si ricorda perché vi trova nel rubrica.
Insomma siate come gli altri giorni, bevete ma non dimenticate.
Happy
Franco

Nebbia

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Nebbia

Non ho idea e non so come sia, eppure l’aria, quella leggera del silenzio veleggia tra le parole mute di un pensiero.
Franco

Annusami

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Annusami
Ora usa solo i sensi, quelli non sbagliano e provocano piacere.
Nuda davanti a me, divarichi le tue cosce e aspetti nel buio totale.
Franco

Divina spacca

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Divina spacca
Eran quelle le tremule cosce, che profumavano di possente orgasmo mai celato.
Quello voluto e piaciuto, inseguito ed espresso urlando sentendosi presa e trafitta dal nerboruto cazzo che con vigore si faceva largo in quel paradiso di sano piacere.
Creste alte quei capezzoli morsicati quasi a consumare la carne e grosso vigore quel clitoride che pareva un altra verga di dura consistenza.
Voleva così quella donna, sentire sbattere duro quel sesso a martoriare quel desiderio non più nascosto ma esploso.
Poi la ragion d’essere orgasmo.
Franco


 

Spiare

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Sai di essere guardata e questo ti logora la carne e irrita i sensi. Ma la mente viaggia e tu la percorri a grandi passi.
Franco

Pertugi

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Pertugi
Cosa dovresti essere per mentire sul falso sentire. Così facendo ti frapponi tra carne e desiderio, tra anima e silenzio.
Riempi i tuoi attimi di rumore e guardi mentre ancora umida del mio piacere ti lecchi di sensazioni.
Mentre accovacciata col fare da porca ancora senti sprofondare la mandibola e cerchi vuoi e spingi ancor con più vigore.
Solo tu sai quanto ti coli di desiderio li proprio in mezzo alle tue cosce oscenamente spalancate.
Franco

Deleteria-mente

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Deleteria-mente
Capisco che il desiderio di appropriarsi della mente sia direttamente proporzionale al desiderio di possederla per intero. Nel momento in cui però si soggioga a qualsiasi volere, quest’anima perde quasi la sua identità e finisce per essere divorata da menti senza scrupoli.
Franco

Movenze

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Perché sei assorta, perché respiri, perché sei parte dei miei gesti.
Quelli che lambiscono e che segnano l’orgasmo.
Non distrarti ma guardami spogliare, accessorio dopo accessorio, per poi rimanere nella completa nudità che ti trafiggerà la carne.
Ora senti
Franco

Segni

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Segni
Io ti cerco, ti fermo ti premo e t’attanaglio in quella gioia lussuriosa che si chiama delirio. Non dire nulla e assaggiane i contorni che entrano intrisi di madido sudore.
Franco