L’uomo dagli occhi stanchi

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L’uomo dagli occhi stanchi
Perché quel riflesso negli occhi stanchi era il risultato di anni passati a credere che in fondo la vita era unicamente quella. Quando di per se un’abitudine nemmeno doveva esistere. Non ci si abitua alla vita, la si deve vivere. Non si passa un momento lo si attraversa con tutta l’anima e lo si sente pulsare.
In fondo tanti momenti sono la vita stessa.
Quell’uomo aveva gli occhi stanchi ma la vita dentro, fatta di momenti.

Cosa siamo o chi siamo

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Cosa siamo o chi siamo.
Nella realtà siamo solo quelli che vogliono fuggire o nascondere qualcosa che pensiamo non ci possa appartenere. Un pensiero, una vista, un incontro.
Se fuggiamo però non sapremo mai come sarebbe se invece lo vivessimo. Franco

Sereno notturno

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Lascio sempre qualcosa di me sparso nell’infinito.
Vaga li per anni poi s’appoggia in quei pensieri fatti realtà.
Franco

Nord-est

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Nord-est
In vetta a quella montagna, tutt’intorno il deserto, solo il vento che sibila con un’eco dentro il padiglione auricolare. Tu sei li e non sai se buttarti e farti prendere dalle folate o trovare un riparo fatto solo del tuo corpo.

Sereno Notturno

Franco

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Se parti svantaggiato hai una fortuna, nessuno ti crederà, ma nel momento in cui muoverai i primi passi positivi correranno. Allora saranno dolori a tenerti dietro.
Franco

Ali piegate

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Ali piegate
Conosci un angelo, il primo pensiero è, quanto possa essere dissonante in un mondo come il nostro. Cominci a viverlo, respirarlo per conoscere ciò che percepisce e come affronta la nostra vita. Ti accorgi che in realtà è una persona come noi, con le nostre sembianze i nostri difetti e pregi. Non ha però rancore, ne rimpianti o rimorsi, nemmeno odio, non ignora le persone. Le vive. Ne respira gli attimi in silenzio e comprende molto di più in questo tacere che non nella afosa bufera di parole. Non ama il chiasso per volere di supremazia, ne assimila ogni contenuto e lo fa suo. Quando incontri un angelo ti fa pensare che poi alla fine tutto il resto non ha significato, quello è per quelli che si credono forti.

Non puoi truffare la verità

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Non puoi truffare la verità
Te lo puoi domandare e puoi pure cercare di comprendere la realtà, poi c’è l’incomprensione della verità. Alla quale cerchi di fuggire, ma te la senti correre dietro a ricordarti che esiste. Vivi tra la percezione dell’istante e la paura che l’istante dopo quella verità sarà ricordo.
Franco

Sereno Notturno

Venuses 2013, Drifting series © Olivier Valsecchi

The smile of an angel

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The smile of an angel
She is a great person. Must teach so much and I think I was very lucky to meet her. The always stand by you in every way that I can. Angels hardly meet them on this earth.
Franco

Il sorriso di un angelo
Lei è una persona grande. Deve insegnare tanto e penso di aver avuto una grande fortuna a incontrarla. Le starò vicino sempre in tutti i modi che io posso. Gli angeli difficilmente li incontri su questa terra.
Franco

Parole e propri concetti

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Abbiamo speso troppe parole probabilmente oltre ogni immaginazione, consapevoli che il vento poi ne ha generalizzato la sostanza. Così si è preso il buono e il cattivo di qualsiasi attimo. Lasciando si spera a chi incontra, la possibilità di capire il giusto o lo sbagliato. Franco

Se porgi un pensiero regali un sorriso

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Se porgi un pensiero regali un sorriso

Nessuno è al sicuro, fuori da quel cerchio delle responsabilità. Perché è facile sentirsi uomini, per esserlo ci sono attributi che nessuna scopata è in grado di dare e altrettante consapevolezze proprie di chi pensa… responsabilmente.

Sereno notturno

L’uomo del gelato

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L’uomo del gelato

Uno splendido giorno di primavera aria mite e piena di sole, l’ideale perché l’uomo si prenda mezz’ora del suo tempo per un buonissimo gelato. After eight e yogurt, deciso quelli sono i gusti che avrebbe scelto. Percorre l’auto sul viale del corso, trova un parcheggio, aspettando l’anziano che a bordo di un’auto famigliare tra mille manovre cerca di uscire da quel labirinto.
L’uomo riesce finalmente a parcheggiare, avendo fortuna di trovare un posto all’ombra e scendendo dalla macchina, ha come un Déjà vu, ricordi, luci e ombre sfrecciano in quella mente offuscata dai momenti. Probabilmente solo un flash senza importanza.
Aria tranquilla e passo rilassato si avvia alla gelateria che sta proprio sotto il portico, non c’è quasi nessuno in questo primo pomeriggio, solo qualche ragazzo che esce da scuola e una coppietta sulla trentina che seduta sulla panchina di legno, donata alla gelateria da un’associazione si scambia sguardi provocatori e frasi che rendono piena idea di quel che sarà il programma della serata.
L’uomo difficilmente si incuriosisce dei fatti altrui, ma dopo aver preso il gelato da due euro e messo in tasca il resto si avvia sulla sedia a fianco della coppia e sebbene loro cerchino di parlare a voce bassa, il discorso che esce tra loro è limpidissimo.
Lei con aria soddisfatta quasi presa da estasi, sussurra una frase a lui, che guardandosi in giro quasi si vergogna. Parole chiare: “Stasera voglio fare l’amore con te”.
L’uomo continua a leccare il suo gelato dalla parte del limone e quasi se lo schiaffa tutto sulle labbra, in un gesto di disappunto.
A sedere sulla sedia pensa per quale cazzo di verità si debba sempre dire “Fare l’amore”.
Quasi sia una frase scritta nell’elenco delle buone usanze, nel glossario del galateo.
Quindi chi dice “Stasera voglio scopare con te” è punibile con sanzioni?. Sesso, amore, lussuria e volontà, tutto questo può far parte di un rapporto tra due persone che condividono una vita, allora perché non si può dire chiaramente “voglio scoparti”, ma ci si frena davanti a quella frase che sinceramente suona strana.
Magari poi, una volta a letto lei, col suo completino intimo dice a lui di chiamarla porca.
L’uomo seduto sulla sedia rimugina sul concetto: fare l’amore vuole dire essere perfettini mentre si prende un gelato e maiali a letto. Chi dice voglio scopare, alla fine prende solo un pretesto per pura trasgressione o lasciare che ogni istante sia vissuto nella piena totale libertà.
La coppia intanto si è alzata finendo il gelato passeggiando
l’uomo rimasto con la fine del cono tra le mani sembra quasi leggerne i fondi come nelle tazze del caffè. Si alza e mai come allora pensa che in fondo la vita va vissuta in ogni suo momento di pura follia e trasgressione, tutto il resto è da perfettini.

Alla corte del re Ano

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Alla corte del re Ano
L’uomo del destino doveva correre, e non fermarsi, perché quello era il suo cammino. Tra le siepi nude di quell’interminabile inverno gelato. Attingeva deboli sorrisi e tremanti inquietudini.
Si guardava in giro spaurito come se quel tempo buio non finisse mai, poi giù di nuovo a correre contromano come suo pretesto di una vita Quel giorno sapeva terminava l’inverno e sulle minute valli spuntavano i sorrisi di chi nudo aspettava il tempo clemente per uscire allo scoperto. Nudo nell’anima, soprattutto nel corpo. Intirizzito dal freddo e con la pelle grinza, scorse una donna nel suo adamitico costume, li tremante davanti ai suoi occhi, con le mani a coprirsi il corvino pube spessorato da labbra avide di lussuria. Quelle si aprivano allo sfiorare del corpo, quelle vivevano di ogni ruvido sfregamento e venivano copiose di liquido profumo. Con in cima quell’organo erettile femminile che svettava con la bandiera del piacere sempre pronto, a far da spartiacque a quelle fosse orgasmiche. Sapendo o intuendo quel che da li a poco avrebbe fatto breccia tra le pieghe.
Eppure si sbagliò…
Certo l’entrata trionfale in tutto il suo turgore di lui, sesso prominente e sicuro conoscitore di cotanta bramosia, aveva reso semplice il veloce divaricare di quel culo tondo e sodo, al punto che dal forte piacere veniva a essere confuso con il primo pertugio. In quel momento lieve il sussulto, ma a testa bassa e prendendo una piccola rincorsa svirgolò come un porco alla monta, e in un batter di ciglio eccolo alla corte del re Ano. Quasi non si rendeva conto di essere in quella stretta via, ma col passare dei minuti la sentiva allargare e con enfasi sprofondava ancor di più, per poi uscire a prendere una boccata d’ossigeno invernale. Le pieghe ancora aperte, quasi incredule osannavano ancora il suo trionfale ingresso e non se lo fece ripetere un’altra volta. Un attore di teatro acclamato dal suo pubblico lo incitava a tirar s il sipario e rientrare nel pertugio, una, due, tre. infinite volte, e quel canale sembrava un lago, dove sempre più veloce ne percorreva le onde del piacere. Preso in contromano stava per essere risucchiato, ma abile com’era invertì la rotta per esplodere in quel lento e inesorabile naufragio. Nessuna scialuppa, corda o arpione, di un remo manco l’ombra. Si accovacciò e aspetto di uscire. In quell’istante poco distante da quell’anfratto una voce calda proveniva da quel paio di labbra destanti desiderio e lui non pago, ne assaggiò ogni essenza, rischiando d’annegare. L’inverno stava finendo alla corte del re Ano.

Arrivare a sera e togliersi i boxer per rimanere con i panaloni del pigiama di cotone a quadretti non ha prezzo

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Credi a me e comincia a fartene una ragione

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Credi a me e comincia a fartene una ragione.

Credi pure ai bambini perché sorridono sempre

loro hanno il desiderio di crescere felici e con una bella avventura dentro: ” la vita”.

Credi sempre a ciò che ti fa ridere, perché non c’è nulla di falso in una risata.

Sappi distinguere chi ti usa, abusa o semplicemente ti annusa per capire di che pasta sei fatto.

Ogni mondo ha i suoi personaggi e interpreti, ma non sempre ti appariranno come sono.

L’uomo aveva conosciuto un personaggio dello spettacolo non troppo conosciuto per la verità e gli raccontava dell’impatto magnetico e positivo che creava in questa persona lo squillo del telefono per una proposta di lavoro. Un lavoro fatto di tanti silenzi.

Poi finalmente una parte seppur minore e l’incontro con persone pseudo-false. A lui piaceva l’idea di essere un attore, ma a malavoglia voleva a vere contatti con tutte quelle persone profittatrici; era però l’unico modo per conoscere e farsi strada. Rideva nelle pause perché sapeva stare in compagnia, ragazzo da baracca si diceva. Poi al rientro nella sua vera baracca pensava a cosa gli aveva portato tutto questo. Semplicemente malinconia nel momento in cui lo pensava. Lui era fatto così… soffriva dei silenzi.

Forse siamo un po’ tutti attori e ognuno di noi soffre di quei silenzi. Franco

Sereno Notturno

Gradisci… ti offro il fiore della fantasia

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Gradisci… ti offro il fiore della fantasia

Quello che sbuca dalla terra arida o dal ciglio della strada
Che si agita al passare delle auto
Non muore ma si adegua alle asperità del mondo
Assorbendone i pianti di passanti consapevoli
I quali calpestandolo pensano di liberarsi per sempre del suo colore.
Gradisci ti offro un pensiero che sta al margine di quel fiore
Sarà per sempre un ricordo di ciò che penso, che vivo, che mi fa vivere.
Certo solo se lo vorrai potrò regalartelo
Non tutti gradiscono qualcosa che non fa rumore
Che si nutre d’aria
Pieno di colore e di vita da insegnare.
Non posso condividerlo se non con chi mi ha insegnato a alzarmi la mattina
Andare a letto la sera
Ora questo fiore se proprio lo desideri
Devi ricordarti di passare a fargli visita
Ogni giorno in quella strada.
Io non lo sradico
Lui è li per essere vita e non per essere calpestato da nessuno.

Franco

Come dare torto a chi afferma che le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano.

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Come dare torto a chi afferma che le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano.

L’uomo sapeva benissimo di quello che si parlava, aveva cercato di capirlo nei minimi dettagli, si citava sempre il solito e scadente uomo, quello per inciso che se malauguratamente ha una linea di febbre vorrebbe farsi ricoverare urgentemente con codice rosso e elisoccorso al più vicino ospedale.

Uomo lagna e privo di contenuti, forte a dir suo solo perché sa a menadito qualsiasi formazione di calcio, europei e mondiali inclusi. Banali discorsi e altrettanto banali commenti. Ma cazzo vigliacco vogliamo far capire alle donne che non si hanno le palle solo perché appese a quel delicato bene di lusso che si chiama cazzo. Non le teniamo li solo per essere massaggiate, leccate morsicate o prese tra le mani. Nella realtà abbiamo contenuti invidiabili anche se non stiamo seduti sul divano col telecomando in mano, (ma nemmeno altro…).

L’immagine dell’uomo col cellulare intento a telefonare a casa dal centro commerciale è a dir poco ridicola. Così intento ad avere una rassicurazione sul da farsi: comprare la coppa d’estate o quella di testa. Cazzo mangi durante il giorno… lo saprai o no?

Ridicolo a dir poco, svegliati e cerca di farti valere, non puoi essere fatto di sola poltrona o politica che frantuma il pensiero.

Poi t’innalzi a “Scopatore della mente” e manco sai dove hai la paletta in casa, pretendi di scopare ogni donna con i tuoi discorsi. Ovvio che poi le donne non credono in te. Non puoi urtare la loro suscettibilità specie se lo fai nei giorni della merla o quelli del ciclo, che poi parliamoci chiaro, un giorno prima, uno dopo e il full optional di tre giorni sta nel mezzo. Cari uomini, noi ce le cerchiamo certe cose, certi insulti e leggende metropolitane.

Non intendersi troppo di calcio non farà un uomo vero, certo può essere, ma scopare una donna col cervello implica conoscenze tali, che pochi ne conoscono le essenze.

Per inciso questo era per tutti quegli uomini altezzosi, che vengono presi a pesci in faccia dalle donne e per l’amore di Dio non generalizziamo mai, questo non piace a nessuno. Franco

Sereno Notturno​

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Forse non è nulla, probabilmente solo frutto di un delirio nascente, ma rimangono consistenze che celano bisogni.
Gli stessi che bisbigliano negli angoli nascosti di un piacere.

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Ci sono attimi così intensi, che rischi di confondere, ciò che è nella realtà e quello che vive nella mente.
Avendo come punto fermo però, sempre la conoscenza di quel momento. Franco

Sereno notturno

Verità apparente

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Dove inizia la verità e dove finisce l’apparenza?

Probabilmente esistono molte apparenze
che noi vorremmo vederle come fossero verità.
Franco

Sereno Notturno​

Dentro la carne

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Dentro la carne
Partiva sempre con quel codice istintivo, quel piccolo chiaro segno evidente e riflesso che faceva da ponte tra il volto sorridente e l’espressione del desiderio.
Cosa si mette in mezzo… l’essenza di cui non poteva fare senza. Vivi vivi ripeteva e non curarti di chi banalmente scambia tutto questo per perversione. Ben venga quella dell’istinto che scompone la carne e muove il desiderio. Franco

Sereno notturno

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Si eccede per voglia e per diletto

Si perde quasi sempre per difetto.

Sereno Notturno​

gentile concessione

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Cosa vorresti scrivere.
Non sapeva la risposta, tutto quello che gli rimaneva era un sano desiderio di extra vita, quella che si consuma tra una birra e uno sguardo, quella senza un cazzo di perché, tra un non me ne frega un cazzo di quello che pensano e un ma vaffanculo. Franco

Sereno Notturno