Capita a volte di imbattermi nelle fiere di paese, piene di persone che guardano le stesse cose e parlano dei medesimi concetti, tralasciando quello che in realtà è lo spirito dell’evento stesso.
Ossia il percepire quello che altri oltrepassano non dandogli importanza. In un vicolo, mi sono imbattuto in un uomo con i capelli bianchi intento a lavorare il legno.
Mi sono avvicinato e con grande partecipazione mi sono messo quasi incantato, a vedere quel tronco che plasmava col martello e scalpello. Aveva gesti lenti, molto lenti, quasi avesse timore di rovinarne le fattezze; continuai a sbirciare, fino a quando l’uomo si fermò, alzando il suo sguardo verso il mio.
“Come le sembra” disse lui, io rimasi un po’ così e gli risposi che vedevo solo un tronco d’albero nudo. Accennò un sorriso e continuò con fare lento, ma incisivo. Tra una martellata e l’altra, mi disse queste parole, “Ho molto rispetto per le Donne e quello che sto creando è il suo corpo”, io non capii, ma continuava lento il lavoro. Sbigottito gli porsi la domanda se quello fosse il corpo di una Donna, lui mi rispose, “Voglio fare un regalo a mia moglie che ora non c’è più, ma ne ricordo i minimi tratti, quasi l’avessi qui tra le mie mani”. Capii il perché ci metteva tanta delicatezza e amore, risposi con un sorriso e gli dissi che probabilmente quella sarebbe stata la sua opera più bella.
Sereno Notturno