Profumo

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Profumo

Che odore ha la tranquillità, forse non ne ha alcuno, probabilmente solo consapevolezza. Eppure, fosse così sarebbe tanto, avere conoscenza e capirla merita. Ogni essere umano ne ha bisogno. Anche tu che lasci il respiro tra un’ansia e l’altra, ridine a crepapelle e cerca di comprenderla perchè rende l’essere umano degno di viverla.

Sereno notturno

Fogli consumati

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Fogli consumati
Come la definiamo questa: una vita che andava vissuta, capita, anche se faceva male. A questo punto voglio condividere un malessere tra le pagine di un diario. Quello che ho trovato. A scriverlo lei, una madre mai capita da chi le stava accanto e per la quale le scuse tardive non possono rimarginare nulla. Specie se lei non c’è più.

Non sei ricordo sei presenza in un’assenza.
Franco Pancaldi

Teoria del vento

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Teoria del vento

Non sognare ali di folla in una notte d’inverno.
Pensi di sapere più della tua stessa mente.
Quella ti tradisce se non hai memoria sufficente
o destrezza d’intelletto: capire, scindere, carpire o scendere.
Non sei fatto per le sere tranquille
nemmeno per le notti delicate.
Sei quello che ama sentire ciò che arriva dal profondo
in una bufera di vento.
Non puoi spostarti al riparo, la puoi solo affrontare.

Franco Pancaldi

Christian Bale

Ali

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( Franco Pancaldi)

Il solo volteggiare di un alito di vento, pareva ricordare ogni piccolo accento, ogni minima presenza, ne cambiava però apparenza e realtà, Mescolandosi tra il possesso e l’eccesso, in quella piccola trama del discorso che scintillava tra un punto e una virgola. Poteva cambiare il modo di spiegare ma non quello di capire. Aveva tante cose da dire, incastrate una sull’altra, ma come in una favola doveva riuscire a srotolare quel gomitolo d’emozioni

Sereno notturno

 

Lividi

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Lividi
Dove corri cazzo… uomo senza tempo.
Voli al di la del tuo pensiero, senza nemmeno conoscerlo.
Eppure è fluido e limpido nello sguardo di quegli occhi color caffè.
Ora non sono convinto nemmeno io tu non conosca il tempo, perché quelle pupille mescolano luce a speranza.
Indossale col tuo abito migliore disarcionando quella fottutissima paura.
Sei o no sei quello con le palle, quello che frettolosamente risolve un mistero, senza capire il proprio. Ecco l’evidenza è li, sfiorala, vivila e godine dei sussulti.
Quelli arrivano e scappano prima tu te ne accorga.
Ora sei. Franco

Sereno Notturno

Un giorno uguale

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Un giorno uguale

Quasi sempre seduto immerso in spunti di riflessione, quell’uomo ne sentiva una necessità forte. Voleva lasciare traccia, anche se piccola, un ricordo di chi in questi anni lo aveva migliorato tanto con la sua anima e non era così scontato potesse esserlo.

Cos’erano “Le cose del cuore”, cosa significava sentire cara una persona ogni giorno. Questo intrecciarsi d’emozioni lui le scandiva nei ricordi. Fotogramma di mille immagini. La prima quella persona tanto cara, lui le voleva bene, ma forse non le aveva dato il giusto riconoscimento, gli ultimi anni però si era rifatto. La seguiva sempre le dosava cure e attenzioni, e lei lo guardava fissandolo come un pittore guarda un quadro. Bionda tinta, minuta e provata, curva sui suoi pensieri. Non era mai riuscito a entrare nella sua anima, lei non voleva che nessuno indagasse sul suo disagio. Aveva riacquistato fiducia nonostante soffrisse sia per l’età e per una sorte di costrizione che la portava a uscire poco, diceva sempre queste parole all’uomo: “Non voglio essere un ospite, mi sembra d’essere in hotel e tu non puoi fare tutto questo per me, pensa a uscire divertiti”, sapeva benissimo di non essere un ospite, sentiva come sua una colpa, lei donna e madre di mille attenzioni, meritava tutto il bene possibile. Lui sapeva era giunto il momento di ricambiare. L’uomo conosceva solo quel modo per voler bene.

Andando avanti nei ricordi anche quella ragazza, quasi una donna, persona dolce amante della fotografia, alle prese con qualcosa di molto più grande di lei, una malattia. Non perdeva e tuttora lo fa la gioia del sorriso espresso dalle parole, frasi o canzoni che estrapola in giro, sempre dosate e piene di un carisma proprio. Accompagna tutte le mattine per tutti i giorni dell’anno con saluti nel suo profilo facebook. Un pensiero per tutti ogni giorno e talvolta li deliziava e lo fa tuttora con disegni propri. Quelle tenerezze che pochi saggi hanno. Lei non lo vuole capire, ma è una persona deliziosa con le sue piccole cose. Lei non si perde mai d’animo e quando si sente sola trova qualcosa di bello da mettere, che sia mezzanotte o notte fonda, non importa. Sprezzante di una malattia, che sa benissimo riuscirà, con la sola tenacia che ha lei a sconfiggere. La positività vince ogni malanno, questo glielo dice spesso l’uomo come per altro le dice da anni una frase “ Ricordati che appena starai bene andremo a prendere un gelato” Grazie per come sei, quell’uomo sa quanto tesoro abbia dentro di lei.

Ultima riflessione, ma importante questo per capire come gli incroci della vita siano tanti, eppure ci si incontra anche a mille e passa chilometri di distanza, lei una persona solare che ha intravisto nell’uomo una sensibilità semplice. Forse quella complicità a cui non era abituata. Cresciuta troppo stretta alla necessità di sentirsi in dovere verso qualcosa o qualcuno. Lei che non sopporta quando qualcuno le dice: “Meriti tanto”. Cerco di non dirglielo.

Una grande donna forte, energica, testarda e gelosa. Caparbia al punto tale da dare una svolta a quella vita che le va stretta e ripartire da zero, conoscendo persone, albe, tramonti, paesaggi e modi di vivere diversi.

Non si finisce mai di imparare e non ci si deve permettere il lusso di smettere, ognuno fatto a modo suo, con un modo di voler bene uno diverso dall’altro. Generosi mai spocchiosi, leali mai con cattiveria. L’uomo voleva ringraziare persone come loro che insegnano la vita.

San Valentino resta un dettaglio.

Chi vuole sentirsi apprezzato quel giorno, non percepisce che in realtà la vita è fatta ogni anno di trecentosessantacinque giorni, scanditi da emozioni.

Franco Pancaldi

Reflection

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In fondo noi cerchiamo sempre di vivere con riguardo verso chi ci vuole bene. Alle volte trascurando inconsciamente noi stessi , ma felici di poter dare parte della nostra anima a qualcuno. Tutto questo con un sorriso che medita e merita sempre, perché noi siamo così, sognatori con i piedi per terra.

Franco Pancaldi

Possessione

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Cominciare a guardare con il sorriso degli occhi. Non sempre ci soffermiamo alle cose basilari.
Emozionare la parte vitale di un’anima, aiuta a carpire la volontà di possessione, scoprendo nel dolce intimo i più piccoli segni di una piacevole essenza.
Franco

Sereno Notturno

Perduta all’angolo

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Perduta all’angolo
Trova godimento in una mano che s’insinua
scopri il piacere nelle dita che ti cercano.
Allarga i tuoi orizzonti lasciando le lievi rugiade delle sere d’autunno e lasciatele asciugare da lingue che sanno cogliere.
Asseconda i movimenti che ingrossano il tuo corpo,negli angoli naturali di un piacere.
Franco

Sereno Notturno​

Cima del sogno

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Cima del sogno
Sciogli perversamente la cima di quell’orizzonte, che fiacca e placa l’istinto. Lo fai per paura di affrontare troppe emozioni sapendo esserne piena talmente tanto, che imbratti la tua anima d’inchiostro di lacrime trasparenti e poi le lasci cadere una a una, nella valle delle sensazioni.
Vive in me un deserto sospeso tra l’alba d’un solo colore e il tramonto rosso esplosivo, entrambi discordano e questa discrepanza è data dal pensiero di non riuscire a viverla com’era. Troppa forza indurisce i sentimenti e se anche forgiati poi si raffreddano sull’incudine del resoconto. Non sono forse per nessuna stagione o per alcun giorno, probabilmente per alcune ore, quelle trasparenti ore che si rifugiano sul pensiero, come una farfalla sapendo d’avere vita breve. Non deve essere, si deve sorridere, perché con carenza di sorrisi mancano le volontà. Vorrei essere una delicata sensibilità che si appropria di un gesto, un sorriso, una lucida pelle e mani piccole, che si rifletta con quello che sono, reso duro e segnato dal passato che pareva liscio, talmente liscio che poi alla prima corsa si rischia uno scivolone. Alzarsi ancora prima di cadere, questo è il segreto. Franco

Sereno Notturno

Quattro mani

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Questo piacevole duetto a quattro mani
– Cosa sei in quell’alba, fatta di gote rosse e pelle dura. Di sentito piacere e liquida vertigine. Già tu sei un orgasmo pentito ma mai sopito.

– Sono della forma che mi dai, bianca di carni che s’aprono sotto il tuo desiderio a cercarmi dentro, nascosta e supplichevole nell’appartenenza del tuo comando.

– Aperture, varchi, strette insenature, porto estremo di consunta bellezza, irrorate dalla vista di una crescita dura che s’infila in anfratti già colmi dell’olio del piacere.

– E mi scivoli mentre t’intingi nel balsamo delle mie disciolte voglie, mi trattieni in posa, ché la tua stretta è la corda con la quale leghi le mie fughe e di te sento la veemenza e di me senti il muco.

– Ascolta quel lento sbattere di reni, odi il pertugio aprirsi, mentre instancabile, secerni vendetta di desiderio, ma non fermare il movimento, rendilo fluido.

– Il mio corpo ti divenga taglio e la mia schiena gaussiana lattea e mentre io convessa, tu calco e, durante i miei spasmi, i tuoi crampi.

Sereno Notturno e Eros e Thanatos. Conditio sine qua non.

Vorresti raccontare

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Ritrovarsi rabbiosi, proprio dove non ci si da pace prede deglii istinti e tranquillità perdute, dalle sgarbate irrequietezze della pelle. Franco

Sereno notturno

L’eco

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Lui non perse tempo nel constatare che le risa avevano un’eco lontano, però si diffondevano nel sapere di una vita intera.