Quiete e tempesta

“Eh già… alla fine ci si rende conto che molte aspettative hanno bisogno di una certa integrità mentale e di altrettante predisposizioni. Alla base di un deciso volere deve corrispondere comunque una forte complicità.
Era lei che voleva osare, si sa che mai ci si può tirare indietro ad un comando”
Sereno Notturno

Calice onesto

“Si tardava spesso a parlare, facendo resoconti pseudo veritieri sulle fantasie sessuali.
Faceva bene sapere cosa piacesse l’uno dell’altro, ma soprattutto smussava quei tabù che non dovevano in verità esistere.
Quello che restava di tutto ciò era il desiderio di riappropriarsi del proprio e dell’altrui corpo”
Sereno Notturno

Complicità


“Quel giorno il sole rischiarava ogni angolo impensabile del paese e il caldo sfruttava i suoi raggi per accentuare ancor di più l’afa che invadeva strade e corpi.
L’unico posto respirabile avendo cura di tenere chiuse le finestre e appoggiati gli scuri era la casa. Le camere davano in una zona fresca e il condizionatore accentuava il calo della temperatura. Lui non aspettava nessuno, se non il calar del sole a mitigare quella giornata. Complice il caldo, il desiderio di vedersi o quello puramente carnale, fece si che da lì a poco suonasse il cellulare. Era lei che non una vaga scusa di qualcosa di fresco, chiedeva di passarlo a trovare. Mai negare un invito, nemmeno con la casa in disordine, i piatti della sera prima e gli slip per casa. Non passarono neppure dieci minuti, lei aveva le chiavi di casa, sentendo le chiavi nella toppa, mi misi a far finta di far qualcosa dato il casino intorno, entrando salutò forte perché non sapeva dove fossi… ero nella stanza accanto.
La vidi con quel vestito leggero, e corto, quelle semi trasparenze, nascoste solo dalla borsa. Francamente confuso, nonostante continuassi a guardala dovevo sembrare sicuro, quindi giocai la carta di qualcosa di fresco. Me l’ero cavata tirando fuori un buonissimo aperitivo, preparato all’istante, ma forse un attimo alcolico. Parlavo e lei ascoltava, parlava mentre io la guardavo alzarsi il vestito per il caldo. Un paio di mutandine nere di pizzo che sbirciai all’istante. La sua testa all’indietro per far scendere i capelli, ma io ero già tra le sue gambe. Un bicchiere in mano e con l’altra mi teneva la testa, voleva rimanessi lì a leccare quel piacere.
Era il paradiso, sapeva di buono e le mutandine profumavano. La presi per le mani e la alzai in piedi mentre con i denti le allontanavo gli slip. Con le mani si allargava le cosce con la lingua facevi varco tra le labbra. A quel punto solo una frase: ” desidero altro, aprimi il culo mentre mi masturbo” così feci e non nego ci speravo. Era brava a masturbarsi, e quell’eccitazione l’aveva portata a far sì che quel piccolo anfratto diventasse qualcosa di splendido. Ecco, in quel momento con un filo di voce disse entra ora”
Sereno Notturno