Eco

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Eco
Rimanevano fardelli d’impotenza quei gesti che scrutavano il passato.
L’orizzonte era lontano impastato tra la mente desiderosa d’impulso e la necessità di credere a se stessi.
Ora i passi echeggiano tra le mura umide dell’anima.
Franco

Scorcio

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Scorcio
Ha forse un costo rubare gli attimi. Troppo dispendio d’energia assorbire quegli istanti.
Forse siamo noi a imporci tutto questo.
Basterebbe solo guardare all’esterno con gli occhi di un bambino curioso e resettare tutto ciò che la nostra mente vorrebbe refuggere.
Ecco… “la mente” proprio il punto d’inizio della vita.
Franco

Anima

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Anima
Parlava non riuscendo a produrre sillabe. Ascoltava sforzandosi a udire le proprie parole.
Quasi come uscito dalle mani di geppetto cercava la sua forma, il suo fiato e le proprie potenzialità.
Li fuori quanti gatti e volpi ci saranno, ma sopra ogni cosa lui sapeva non volerli incontrare. Non desiderava vendere i propri libri per seguire mangiafuoco. Non voleva perdere la conoscenza scritta di ogni rigo della sua vita.
Il gatto la volpe e mangiafuoco stesso sono fatti per i deboli e lui altro non era che un essere che prendeva vita… ma mai incline alla debolezza. Così fermò tutti e tre e chiese loro se volevamo comperare la conoscenza, loro lo guardarono e farfugliando tra loro poi li vide allontanarsi con la carovana in cerca di altre avventure.
Franco

Buona sera

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Se pensi alla tua esistenza e cosa ti regala, ecco in quel preciso attimo leggi la parola “Vita.” Poche lettere, una parola corta che racchiude in se tutti i segreti per affrontarla. Ora segui la parola “Attimi” una parola più lunga che racchiude gli istanti della vita. La parola “Affrontare” è più lunga ancora perché indica il percorso di quegli attimi di vita.

Buona serata
Franco

La mia memoria

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La mia memoria
L’odio è figlio dell’ignoranza.
Ieri come oggi.
Chi ignora dimentica le realtà passate fomenta nuovi odi.
Sta a noi far in modo che “Certi treni non debbano più passare!”
Franco Pancaldi (altro…)

Siamo

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Siamo pensieri, follie, labili sentieri e rupi profonde.
Siamo giostre altalene nell’immenso contrasto dello sfondo tra l’essere e il vivere.
Siamo umani.
Franco Pancaldi

Il tempo

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Il tempo
Gli dicevano tutto quanto. Ciò che viaggiava insieme a lui era come lo avvertisse sin dal primo momento.
Eppure quei lati, quelle sfaccettature cambiavano di pari passo al variar del tempo e si sa che questo porta con sé vento, sole, alte maree e sereno.
Franco

Rughe

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Rughe
Pare quasi che agli angoli dei muri si fermino i pensieri stanchi. Solo per un istante, poi pronti a riprendersi e rivivere di quegli attimi dichiaratamente folli.
Strano come ci si fermi la sera a cercare di comprendere il giorno passato o quello che verrà, come avessimo quasi il potere di cesellare gli istanti.
Franco

L’incavo della trasgressione

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L’incavo della trasgressione
Quell’incontro nacque casualmente e fu portato avanti allo stesso modo, tra l’istinto di abbandonarsi ai sensi e alle percezioni. Era così casuale che non sappiamo ancora fosse realmente accaduto. La storia narra di quel pomeriggio d’inverno quando le cosce di lei entrarono a stretto contatto con membro di lui. Complice l’affollato metrò e quella brusca partenza. Non si capiva bene come fosse successo ma lui si trovò lei a cavallo del suo cavallo, inutili le scuse della donna, tanto l’uomo mica se la voleva far scappare quell’occasione. Lei stranamente intuì forse perché lui le stava palpando a mani piene il seno, tanto chi vedeva nella ressa. Il suo culo si adagiò così perfettamente, tanto che lei rimase colpita da quell’eccesso di carne, pensando tra se: “Riuscirà a brandirlo tutto se io gli porgessi il culo?”
Lei rimase così folgorata all’idea che il pensiero si tradusse in frase vocale. Così si rivolse all’uomo con fare spudorato e gli rivelò il desiderio.
La leggenda narra dello sguardo sbigottito di lui alla domanda della donna, e di un sorriso deciso poi alla riflessione di quanto chiesto.
Il narratore dice che per lei era la prima volta e che l’uomo al contrario ci andava da vero intenditore.
Complicità trasgressione stimolo o desiderio… sono fattori che trovano aperture mentali e carnali sconosciute ai più.

Franco

Strane compagnie

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Strane compagnie
 
Cosa passava nelle vene, nella testa e nelle gesta nemmeno per un attimo lo si poteva immaginare.
Si correva e si viveva sull’onda frenetica di un suono o di un momento. Chi in quell’istante non c’era, poteva solo intuirlo, noi eravamo gli Eroi del nostro tempo, almeno ci si sentiva tali, niente e nulla poteva impensierirci, tutto era lecito nel pieno rispetto degli altri.
Così quel giorno ci trovammo, lo ricordo come fosse ieri a casa di Cinzia, due sue amiche e i miei amici, sua mamma era una tipa moderna, ricordo ancora il modo e il tono con cui si rivolgeva a noi, lo stesso nostro linguaggio e divertimenti. Sarda d’adozione, trapiantata a Modena, viveva in un lussuoso appartamento vicino alla stazione ferroviaria, stanze ampie, alte e affreschi sul soffitto, non sapevo se fosse casa sua o fosse in affitto, in fondo non importava così tanto al mio amico, l’aveva conosciuta tempo addietro e aveva perso tanto la testa che non capiva più nulla. La sua amica era castana chiara, ricordo ancora una foto in tuta da ballerina, bel fisico, molto stronza e così arpia e trasgressiva da instaurare, forse con la nostra complicità, argomenti come la masturbazione e come lo si faceva, ricordiamoci che erano gli anni che andavano dal settantotto all’ottanta e mentalmente si cominciava allora ad aprirsi
 
«Ma voi ragazzi quando vi toccate dove lo fate, sarebbe eccitante guardarvi!»
 
La sera viaggiava su un unico filo conduttore più o meno piccante, non potevo essere falso, quella situazione e sensazione era altamente erotica.
Monica era la terza amica, andavo fiero della sua amicizia, sapevo non sarebbe mai nato nulla tra noi, una ragazza difficile, per il suo trascorso con un ragazzo che si drogava, reso molto più difficile dal fatto lui si fosse appena fatto sentire da lei e la martoriasse con richieste assurde, arrivando al punto da farle assumere sostanze. Cazzo giuro che non avevo mai visto nulla di simile, lei quella sera estraniata dal gruppo, dopo l’incontro con lui era un’altra persona, viaggiava col corpo, si dimenava, rideva da sola e nella testa sempre e solo una canzone, quella che sarebbe diventata la nostra canzone del gruppo.
Monica era alta magra, fortemente espansiva, un bel carattere, si intuiva la necessità sua di riuscire ad avere un contatto sereno con qualcuno.
Allora era tutto bello, le avventure, la stravaganza e l’eccesso.
 
Noi eravamo gli eroi
 
La madre di Cinzia stava al gioco, sapeva di noi, sapeva della nostra promiscuità di opinioni e comportamenti, lei era il nostro capo eroe. Di quella cena ricordo la carne e il mirto che ci servì alla fine; mi diede pure la ricetta per farlo. Ricordo quella musica e ricordo Monica che la cantava mentre si rotolava nel letto. Ricordo quei momenti e col senno di poi, avrei voluto poterli fermare lì sull’istante. Dopo un anno Monica venne trovata morta nel bagno di casa sua, ad avvisarmi furono le sue amiche. Si era trattato di overdose. A uno a uno da quel momento furono falcidiati molti giovani come noi, che forse non sapevano quando fermarsi in tempo, menti forse deboli, sfortunate o frequentatori di strane compagnie.
Si sa noi in quel tempo eravamo
 
«The heroes»
 
Franco
 
 
«EROI»
(Bowie/Eno)
 
Io, io sarò re
E tu, tu sarai la regina
Sebbene niente li porterà via
Li possiamo battere, solo per un giorno
Possiamo essere Eroi, solo per un giorno
 
E tu, tu puoi essere mediocre
E io, io berrò tutto il tempo
Perché siamo amanti, e questo è un fatto
Si siamo amanti, è proprio così
 
Sebbene niente ci terrà uniti
Potremmo rubare un po’ di tempo
per un solo giorno
Possiamo essere Eroi, per sempre
Che ne dici?
 
Io, io vorrei che tu sapessi nuotare
Come i delfini, come i delfini nuotano
Sebbene nulla,
nulla ci terrà uniti
Possiamo batterli, ancora e per sempre
Oh possiamo essere Eroi,
anche solo per un giorno
 
Io, io sarò re
E tu, tu sarai la regina
Sebbene niente li porterà via
Possiamo essere Eroi, solo per un giorno
Possiamo essere noi, solo per un giorno
 
Io, io posso ricordare (mi ricordo)
In piedi accanto al Muro (accanto al Muro)
E i fucili spararono sopra le nostre teste
(sopra le nostre teste)
E ci baciammo,
come se niente potesse accadere
(niente potesse accadere)
E la vergogna era dall’altra parte
Oh possiamo batterli, ancora e per sempre
Allora potremmo essere Eroi,
anche solo per un giorno
 
Possiamo essere Eroi
Possiamo essere Eroi
Possiamo essere Eroi
Solo per un giorno
Possiamo essere Eroi
 
Siamo un nulla, e nulla ci aiuterà
Forse stiamo mentendo,
allora è meglio che tu non rimanga
Ma potremmo essere più al sicuro,
solo per un giorno
 
Oh-oh-oh-ohh, oh-oh-oh-ohh,
anche solo per un giorno
 
 
 
«Ciao nostro eroe»

Apriti

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Apriti
Il gemito accentuava quell’orgasmo diretto al corpo. Interrotto dopo lo sfogo, solo dalla lingua sapiente che ne brandiva il seme rimanente.
Lei si sentiva piena di lui e pretendeva l’arto suo che le aprisse la carne e sparisse in Lei sprofondando ora nel suo piacere.
Delirio, passione, trasgressione si mescolavano ai suoi. desideri
Franco

Scivola il palmo

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Scivola il palmo
Avessi tenuto ferme le tue mani a quest’ora sarei libero. Ora tieni in ostaggio il mio corpo che inconsapevole si è lasciato sopraffare. Questo corpo reso superbo tra emozioni erettili e mani maestre, quelle che danno sentore d’orgasmo al proprio e all’altrui carne.
Franco

Quelle mani

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Quelle mani
Istinti difficili da tenere distanti.
Istanti che non predominano sugli stessi istinti, anzi ne accentuano le movenze.
Quel culo posseduto dalĺ’attrazione di essere affondato e preso dentro il calore del dolce anfratto.
Franco