Complicità


“Quel giorno il sole rischiarava ogni angolo impensabile del paese e il caldo sfruttava i suoi raggi per accentuare ancor di più l’afa che invadeva strade e corpi.
L’unico posto respirabile avendo cura di tenere chiuse le finestre e appoggiati gli scuri era la casa. Le camere davano in una zona fresca e il condizionatore accentuava il calo della temperatura. Lui non aspettava nessuno, se non il calar del sole a mitigare quella giornata. Complice il caldo, il desiderio di vedersi o quello puramente carnale, fece si che da lì a poco suonasse il cellulare. Era lei che non una vaga scusa di qualcosa di fresco, chiedeva di passarlo a trovare. Mai negare un invito, nemmeno con la casa in disordine, i piatti della sera prima e gli slip per casa. Non passarono neppure dieci minuti, lei aveva le chiavi di casa, sentendo le chiavi nella toppa, mi misi a far finta di far qualcosa dato il casino intorno, entrando salutò forte perché non sapeva dove fossi… ero nella stanza accanto.
La vidi con quel vestito leggero, e corto, quelle semi trasparenze, nascoste solo dalla borsa. Francamente confuso, nonostante continuassi a guardala dovevo sembrare sicuro, quindi giocai la carta di qualcosa di fresco. Me l’ero cavata tirando fuori un buonissimo aperitivo, preparato all’istante, ma forse un attimo alcolico. Parlavo e lei ascoltava, parlava mentre io la guardavo alzarsi il vestito per il caldo. Un paio di mutandine nere di pizzo che sbirciai all’istante. La sua testa all’indietro per far scendere i capelli, ma io ero già tra le sue gambe. Un bicchiere in mano e con l’altra mi teneva la testa, voleva rimanessi lì a leccare quel piacere.
Era il paradiso, sapeva di buono e le mutandine profumavano. La presi per le mani e la alzai in piedi mentre con i denti le allontanavo gli slip. Con le mani si allargava le cosce con la lingua facevi varco tra le labbra. A quel punto solo una frase: ” desidero altro, aprimi il culo mentre mi masturbo” così feci e non nego ci speravo. Era brava a masturbarsi, e quell’eccitazione l’aveva portata a far sì che quel piccolo anfratto diventasse qualcosa di splendido. Ecco, in quel momento con un filo di voce disse entra ora”
Sereno Notturno

Pubblicato da serenonotturno

Franco Pancaldi nasce e dimora nella provincia modenese dal 1962. Ricca di storia e nota per il saper vivere, ne assorbe i modi e cresce trasmettendo a coloro, che sono a lui vicino, il gusto di cogliere nella semplicità la bellezza insita in essa. Cultore della conoscenza del giusto, riesce attraverso un senso d'innata e spiccata attitudine, a svolgere mansioni manuali con estrema facilità. Lui stesso si definisce “un’anima libera” e continua a esserlo nelle sue diverse espressioni quotidiane di vita, allontanando e fuggendo quell’ombra che solo l’abitudine può dare. Sempre pronto a intraprendere nuove sfide si realizza attraverso un crescente bisogno di crescita personale. Il suo leitmotiv: “Conosco i miei limiti ma non me li pongo”.