“Ci si guarda troppo allo specchio e troppo poco negli occhi”
“Ci si guarda troppo allo specchio e troppo poco negli occhi”
Titolo dal web e foto “uomo allo specchio” – Roberto Mazzuia
Cosa ci ha insegnato ciò che è accaduto a Hollywood, probabilmente molto poco o niente di più di ciò che si supponeva.
Hanno incastrato L’ex “Dio” di Hollywood e non sono denunce tardive come scrivono tanti giornali, perché non esiste scadenza per una denuncia, ma la consapevolezza di fare qualcosa perché ciò non succeda ancora.
Ma lo sappiamo che il mondo di Hollywood non è diverso da tanti altri mondi non troppo lontani da noi, sappiamo tutti che al mondo esistono tantissimi piccoli Weinstein.
La peggior cosa è che non è gente malata di sesso, per cui si potrebbe ipotizzare che spinte da eccessive e discutibili voglie, violentano o pretendono prestazioni, assolutamente sono solo persone avide del loro potere, che sono parte attiva in quel meccanismo che li vuole vincitori sul potere, sul lavoro sui soldi e sulle persone che in quel momento “forse sono inconsapevoli delle mani in cui finiscono”
Viene facile a quel punto per il lupo mangiare l’agnellino, perché si ambisce a una strada spianata, al farsi conoscere nel mondo per parti importanti nei film o nella vita.
Ragazzine o poco più nel frullatore mediatico, che probabilmente non hanno scelta per il lavoro a cui ambiscono, ma rimane tutto in sordina, lì sotto gli occhi di tutti ma come un rumore sordo e lontano.
Fino a quando una persona non prende il coraggio di raccontare l’accaduto e si sa a quel punto che le stelle di Hollywood, come brillano vengono pure spente.
Lasciato dalla moglie e licenziato da Hollywood, dimenticato da tutti…
Tardivo il piccolo dispiacersi del “Dio Weinstein perché non poteva fare altro che essere così e arrivare quasi a un ipotetico suicidio. Forse non è pentito di ciò che ha fatto per anni, ma sapere che non conterà più nulla nel suo mondo.
Lasciatemelo però dire, io non sono con tutte quelle persone celebri che ora lo additano come un mostro non perché non sia importante ciò che hanno fatto, anzi, ma la cosa sarebbe stata insabbiata per sempre, come lo è per tante cose. Il merito lo do alla prima persona che ha avuto coraggio di questo gesto, per le altre solo un pensiero che fino ad allora faceva loro comodo fosse stato così, (poi sappiamo che è questa società e il meccanismo stesso che è malato)
In tutto questo disgusto salvo solo lei
Léa Seydoux, 32 anni, attrice e modella francese ha raccontato al «Guardian», in una lettera aperta, la sua esperienza. «Ci siamo incontrati nella lobby del suo hotel. La sua assistente, una giovane donna, era lì. Per tutta la serata mi ha guardato come se fossi un pezzo di carne. Si comportava come se mi stesse valutando per un ruolo. Ma sapevo che era str…. Lo sapevo, perché l’ho visto nei suoi occhi. Aveva uno sguardo lascivo. Stava usando il suo potere per fare sesso». Seydoux sottolinea come tutte le attrici «avessero paura di lui» e del suo potere. E poi racconta l’assalto: «Stavamo parlando sul divano quando all’improvviso lui ha tentato di baciarmi. Mi sono dovuta difendere con forza. Lui è grosso e grasso e pesante. Poi sono riuscita ad andarmene. Ero disgustata» (Getty)
Il mio pensiero finale è che in ambienti di lavoro esistono dei piccoli grandi Weinstein, ma il coraggio deve partire da tutti coloro che non usano questo metodo per emergere.
Sereno Notturno