Si muoveva lenta, sinuosa e consapevole.
Il suo corpo era tutt’uno con l’aria che respirava, anzi, era lei stessa che ne dava sostegno e vita. Perché sapeva, con le sue movenze, cosa in realtà piaceva all’uomo. Camminava a gattoni alzando ogni tanto la testa e muovendosi a destra e sinistra, faceva ballonzolare quel seno pieno e desideroso d’esser preso. Il culo in bella mostra, dal dietro pareva una scultura, labbra gocciolanti di desiderio al solo pensiero, si aprivano all’incedere verso il membro. Lui era lì a guardare e aspettare, mentre lei lo raggiungeva con la benda agli occhi. Pareva un gioco e forse lo era, parea peccaminosa, sicuramente molto di più. A voler dire la verità ricordava la motrice del treno, quando arrivava al binario e sbatteva contro i fermi del fine corsa, per qualche istante arrivata con la bocca al cazzo ne prendeva le misure con la bocca per poi non staccarsi più.
Sereno Notturno