Rimane una grande cicatrice
Erano gli anni ottanta, ormai sono quarant’anni quasi, ancora ricordo tutti quei momenti sul lavoro.
Quando hai un’attività e non vai d’accordo con il tuo socio e quello era mio padre allora ogni giorno passato pesa come un macigno. Due menti diverse, due modi d’essere ai poli opposti, al limite del normale comportamento.
Ricordo ancora le notti passate sopra un computer grafico Mac. Un corso di due giorni a Milano, poi da solo a capire impostazioni e impaginazioni, dentro a quelle quattro mura pesanti e quella luce al neon che emetteva rumori simili al ticchettio del tempo. Non scorderò mai le mie 25 ore trascorse a impaginare un listino prezzi in quadricromia, dovevo farlo e tra i pianti sono riuscito. Ora quei manuali sono in garage e quando voglio farmi del male li annuso e li guardo. Oggi non è più così, ho preso, ho guardato ogni etichetta lasciata come divisorio in quelle notti, e strappando tutto ho voluto dimenticare quella parte di me che mi ha reso l’uomo senza sorriso di oggi.
Ma con un’anima che spacca il culo e un carattere che mi fa amare e odiare da tanti.
A volte prendere delle decisioni è drammatico, ma non affrontarle rovina l’esistenza.
È strano come si cambi internamente, il che può non essere sempre un bene, se a farne le spese, sono le persone a cui vuoi bene e ti supportano.
Darsi dei tempi e dei traguardi è strepitoso, ma si deve fare i calcoli anche con realtà è destini che solo in parte noi possiamo cambiare.
Sereno Notturno
E…la conditio sine qua non …” il Coraggio”.
M.